Bimbo sbranato da un branco di cani

Lo hanno puntato, accerchiato e azzannato al collo, alle gambe, al torace e alla testa. Per cinque interminabili minuti. Sino a quando non ha respirato più. Poi hanno continuato a morderlo fino quando i carabinieri non hanno sparato in aria per spaventarli e farli scappare. È morto così Giuseppe, nove anni, assalito il 15 Marzo da un branco di cani, a Sampieri, località a mare di Scicli, in provincia di Ragusa. randagi_pericolosiPer tutto il pomeriggio i carabinieri e la polizia veterinaria della Usl hanno faticato per catturare le bestie. Hanno rischiato di essere azzannati anche loro quando Virgilio Giglio, il custode che aveva in affidamento gli animali su ordine della procura della Repubblica di Modica, ne ha liberati altri 40 per sottrarsi alle manette. L’uomo che è disoccupato e vive con il padre novantenne, nella tarda serata è stato arrestato per omicidio colposo, resistenza a pubblico ufficiale e omessa custodia di beni sottoposti a sequestro. I cani a da quanto si è appreso in ambienti giudiziari, oggi, potrebbero essere abbattuti per decisione della procura di Modica. La scorsa estate sono stati protagonisti di altre aggressioni, che fortunatamente hanno avuto esiti meno drammatici.

Sulla tragedia di Scicli il presidente della Protezione Animali, Carla Rocchi, ha espresso dolore e sgomento: “Inquieta e deprime che a 18 anni dall’entrata in vigore della legge di contrasto al randagismo, era il 1991, e nonostante le risorse che hanno consentito a molte regioni italiane di controllare, contenere, e addirittura superare tale emergenza, esistano ancora aree del nostro paese dove, nonostante l’impegno e la dedizione dei volontari delle associazioni, le istituzioni locali non abbiano ancora affrontato con la necessaria determinazione e professionalità il fenomeno del randagismo”.

“Statisticamente - prosegue Rocchi - tale fenomeno è più vasto dove mancano piani di sterilizzazione e progetti di contenimento. Dispiace che la città di Ragusa, che aveva annunciato la volontà positiva di attuare, proprio in collaborazione con l’Ente Nazionale Protezione Animali, un piano di contrasto al randagismo, sia stata colpita da una così grave disgrazia”.

La LAV (Lega Anti Vivisezione) esprime perplessità riguardo l’affidamento dei cani al Giglio: “Chiediamo di appurare le motivazioni che hanno portato ad affidare questi cani, dopo la prima aggressione di mesi fa, ad un singolo cittadino, definito impropriamente animalista e evidentemente non preparato a tale responsabilità, piuttosto che ad un ente pubblico, o al Servizio Veterinario Asl o a un’associazione animalista” dichiara Gianluca Felicetti, Presidente della LAV.

La morte del piccolo Giuseppe, quindi, non può definirsi una tragedia annunciata, come dichiarato dal Sindaco del Comune ragusano, ma un dramma che vede precise responsabilità umane. E’ grave che colui che è deputato per legge alla tutela della salute e dell’incolumità pubblica, così come alla tutela degli animali, provi a scaricare la propria coscienza, e quella dei suoi predecessori, lamentando che i cani pericolosi non possono essere abbattuti.

La situazione di Virgilio Giglio, che aveva i cani in custodia, infatti, era nota da almeno tre anni, ma nessuna competenza comunale, tra cui quella dell’assistenza sociale, era stata adeguatamente attivata. Tale situazione, inoltre, aveva arrecato numerosi problemi, mai affrontati efficacemente, e l’avere affidato la custodia giudiziaria degli animali a una persona che già aveva suscitato dubbi sulla sua affidabilità, è incomprensibile. La LAV ricorda, inoltre, che il reato di omessa custodia e malgoverno di animali, ovvero l'articolo 672 del Codice penale, è stato depenalizzato anni fa: "Confidiamo nell'impegno a ripenalizzare questo reato, nell'atteso e urgente Disegno di Legge in materia di tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressione dei cani, che trasformerà in legge la recente ordinanza del Ministero della Salute tesa a responsabilizzare i possessori di cani, con finalità di prevenzione e attenzione al benessere animale – conclude Marcella Porpora, coordinatrice LAV Sicilia – e, al fine di prevenire episodi come questo, riteniamo necessario che la Regione e i Comuni predispongano dei piani concreti per contrastare il randagismo e attivino al più presto programmi di sterilizzazione degli animali”.

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Commento di sergiolabrador

A mio avviso nonostante l'immane tragedia,la stessa era annunciata grazie alle inadempiezze degli Amm locali e non,i cani sono stati traditi due volte e l'uomo è rimasto vittima della propria cattiveria.

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