I cani e i botti di Capodanno

Quanti sono i cani e gatti traumatizzati dai botti di fine anno? Non esistono statistiche, ed una stima è ardua. A giudicare dagli appelli che si stanno diffondendo in queste ore, non devono però essere pochi gli animali scappati e traumatizzati, un po’ in tutta Italia. Soprattutto cani, sia randagi che padronali. Fuggiti e in qualche caso ritrovati. Alcuni di loro hanno letteralmente preso a morsi le recinzioni dei box fino a riuscire a creare un varco per darsi alla fuga. Altri, allo scoppio del petardo, hanno tirato improvvisamente il guinzaglio, riuscendo così a scappare tra la disperazione del proprietario.

Il caso più clamoroso, per notorietà del cane, è quello che è successo al Border Collie di Claudio Mangini, trainer molto noto nel settore delle produzioni cinematografiche. Schnaps, questo il nome del cagnetto, ha avuto un collasso riportando un trauma che, secondo lo stesso proprietario, non sarà recuperabile nel breve termine. Di questo Border Collie sono note le pubblicità come quella del Ministero per i Beni Culturali in occasione dell’iniziativa “Musei Aperti”. Poi i film, tra cui “Giochi d’Estate” di Rolando Colla, presentato, lo scorso settembre, alla 68° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.

Ma le storie di queste ore sono tante. Da Milano a Brindisi, dove è stata sostanzialmente disattesa l’Ordinanza anti botti, come del resto anche in altre città (vedi articolo GeaPress). A Modena si cerca ancora il piccolo Tobia, pinscher maschio che è riuscito a fuggire, con tanto di maglioncino di lana indossato, da un buco creato nella rete. I botti lo avevano terrorizzato. Stessa sorte per Aly, cane di media taglia scappato la notte del 31 a Galatina (LE) sempre per colpa dei petardi. Poi Stella, piccolo Yorkshire di Monreale (PA) che nonostante il cancello chiuso è riuscita a creare un varco nella recinzione. Ha divelto la recinzione anche Mirka, cagna meticcia di colore bianco, con poche macchie color marrò, del canile di Finale Ligure (SV). La stanno ora cercando nel comprensorio tra Finalborgo, Calice, Gorra e Feglino. E’ andata meglio a Petra, incrocio di setter e breton. Lei e la sua padrona vivono a Milano, ma giovedì scorso si trovavano al porto di Palermo, appena sbarcati da una nave traghetto. Un petardo l’ha fatta fuggire e per tre giorni è stata cercata dai volontari della LIDA. Infine, il ritrovamento all’interno del mercato ortofrutticolo. Oggi il ricongiungimento con la padrona.

Come riabilitare un cane traumatizzato

Ma come può recuperarsi un cane traumatizzato dallo scoppio di un petardo? Lo abbiamo chiesto ai Medici Veterinari Francesco Roberto Assenza ed Enrico Moriconi. Ogni caso, ovviamente, richiede una particolare osservazione, ma come principio di base un cane che ha subito un trauma causato da un petardo è un animale che rimarrà sensibile ai rumori.

“Non solo petardi – precisa il dott. Moriconi – ma anche altre sollecitazioni, come ad esempio il tuono durante un temporale“.

E’ probabile che ciò che prima passava inosservato, susciterà ora la stessa paura del petardo. L’animale apparirà subito stressato e metterà in atto le stesse reazioni già provate in occasione del precedente trauma.

“Può essere utile – ha aggiunto il dott. Assenza – creargli un rifugio, ad esempio un Kennel di stoffa. Una gabbia di stoffa o altro materiale non dannoso, dove il cane può liberamente accedere, come se fosse una tenda da campeggio lasciata con la cerniera aperta. Intanto in quel luogo si sentirà al sicuro ma poi deve imparare a vincere la paura“.

Un cane traumatizzato deve essere sostanzialmente desensibilizzato, ovvero deve essere riabituato al rumore.

“Tali procedimenti – ha specificato il dott. Moriconi – devono avvenire in maniera molto graduale. Un rumore che gradatamente viene fatto aumentare di volume fino al tranquillo raggiungimento di una soglia prestabilita. Il tutto sotto la guida di un esperto. Il cane, cioè, deve avvertire il tutto con estrema naturalezza.”

“E’ importante – riferisce il dott. Assenza – intervenire senza sgridare mai il cane. Non rimproveratelo se non da subito una risposta, se non vuole abbandonare il suo rifugio. Si rischia di peggiorare solo la situazione. Un cane è un eterno bambino – ricorda il dott. Assenza – Un trauma, se lo porterà per tutta la vita. Può essere utile, allora, far vivere normalmente il rumore utilizzando ad esempio un cd dove è possibile ascoltare le sollecitazioni sonore e contemporaneamente cercare di svolgere le abitudini quotidiane come la preparazione e somministrazione del cibo oppure la passeggiata. Attenzione però – avverte il dott. Assenza – niente improvvisazione. E’ bene affidarsi a mani esperte. Un Veterinario comportamentista o un bravo educatore cinofilo“.

L’animale, cioè, deve tornare a vivere con tranquillità un tuono come altro “solito” rumore. Un procedimento lungo ed anche costoso. Di certo a patire il menefreghismo dell’uomo, ovvero di chi senza curarsi dei danni arrecati si diverte esplodendo botti, saranno ancora una volta i randagi.

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