Bolt: un eroe a quattro zampe

boltAlzi la mano chi da piccolo non avrebbe desiderato un cane vivace, intelligente e, perché no? Una star della televisione… Certo, se poi a questo aggiungessimo straordinarie capacità attoriali, allora avremmo proprio fatto bingo!!!
Perché? Beh per esempio perché sicuramente sarebbe stato bravo come Bolt, il protagonista dell’ultimo film della Walt Disney.
La storia racconta di un cane che, per 5 anni della sua vita, è cresciuto su un set cinematografico, convinto che la realtà fosse quella vissuta nel film.
Un cucciolo dal pelo bianco, con una saetta disegnata su un fianco, che crede di essere un eroe dotato di super-poteri. Il suo obiettivo? Salvare la sua padroncina dalle grinfie dell’uomo dall’occhio verde (il cattivo della storia). Il rapimento della piccola Penny lo porterà a fuggire dal set per andare alla sua ricerca.
Una ricerca non solo della sua amica, ma anche di se stesso, del proprio Io che con il tempo si è distorto. Bolt infatti, crede di essere invincibile, capace di saltare da un treno in corsa senza farsi nulla, di correre alla velocità della luce, di riuscire a bruciare gli oggetti con lo sguardo laser e di distruggere tutto ciò che capita a tiro grazie al super-latrato.
Solo in seguito all’incontro con la gatta Mittens e con il grasso criceto che vive nella palla di plastica, Rihno, Bolt scoprirà di essere un cane come tanti. Non esistono super-poteri, nemici da sconfiggere e amici da salvare… l’unico da salvare è proprio lui.
Deve riuscire a riconquistare il tempo perso, imparare ad apprezzare il cibo guadagnato, a giocare con gli altri cani e provare il piacere di viaggiare con il vento che gli sfiora la faccia.
Un viaggio, da New York a Hollywood, sarà il percorso che i 3 amici affronteranno insieme per ritrovare Penny, ma soprattutto sarà la nascita di un’amicizia che non bada a “classi” sociali-animali: un cane attore, una gatta randagia e un criceto d’appartamento abituato a vedere la tv.
Il film non ha finali spettacolari né imprese eroiche. Non ci sono gli effetti speciali della Pixar, né ci si ritrova dinanzi a personaggi sarcastici e ironici come quelli della Dreamworks. Dopo Chicken Little la Disney torna a fare un film in Computer Grafica, dove si mantengono le prerogative del linguaggio delle “favole” basato su un racconto semplice ma capace di far sorridere.
Un film che riscopre il piacere della semplicità senza rinunciare all’uso delle moderne tecnologie, un film per tutti, per grandi e per piccini.

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