Amici a quattro zampe contro lo stress da ospedale

Con un volpino in braccio e circondata da altri tre cani da fiaba disneyana, per dieci minuti si è dimenticata persino delle fitte all'addome che l'avevano appena fatta ricoverare per appendicite acuta. Quando il chirurgo è venuto a cercarla in fretta e furia per portarla in sala operatoria, Elena, 5 anni, stava giocando insieme ai genitori con i suoi nuovi amici a quattro zampe. L'entusiasmo a mille. Da Marzo 2007 all'ospedale di Tradate scene simili sono all'ordine del giorno. I ricoverati in pediatria, 20 posti letto per 1.200 degenze l'anno, possono ricorrere a un'innovativa pet therapy in corsia, la terapia che prevede l'utilizzo di animali: ogni lunedì, per due ore, entrano nel reparto i bastardini del canile Dog's Ground di Somma Lombardo.

E ora i bambini possono divertirsi con i cani in ospedale. L'iniziativa è promossa dall'azienda ospedaliera di Busto, Saronno e Tradate, dall'Asl di Varese e dal Comitato per la tutela dei bambini in ospedale, un'associazione di volontari nata quindici anni fa per aiutare i mini- pazienti ad affrontare la malattia. Lo stesso avviene anche a Busto il mercoledì, sempre con gli stessi promotori. Il progetto, da 3.000 euro l'anno in totale, si chiama «Guarire con gli animali». Un precedente simile in Lombardia lo si trova al Sant'Anna di Como. Ma non finisce qui: «Siamo al lavoro per portare i cani anche in altre pediatrie della provincia di Varese — dice il direttore generale dell'Asl, Pierluigi Zeli — i benefici sui baby malati sono inconfutabili: la degenza diventa meno traumatica, l'angoscia per la malattia diminuisce, anche le operazioni sono affrontate con meno apprensione».

Quando aprono la porta della stanza con il cartello «Benvenuti a scuola», i bimbi si trovano davanti a uno spettacolo a sorpresa: nella cameretta, al terzo piano dell'ospedale, nel cuore della pediatria, corrono e saltano quattro bastardini. La barboncina Milly, la chihuahua Nena, la pseudo terrier Marta e il volpino Rame. Tutti addestrati per stare con i bambini. Seduti a terra, gambe incrociate, ci sono l'operatrice cinotecnica Albina Gavarini, il veterinario dell'Asl Carlo Sassi e l'educatrice ospedaliera Augusta Volonté. In corso c'è una lezione di convivenza con Fido, coda che scodinzola, zampe che s'allungano per prendere le crocchette: agli ospiti, che almeno per un po' si scordano di essere ammalati, viene insegnato come comportarsi quando il cane si mostra aggressivo, che cosa vuol dire se ha il pelo rialzato, come chiede le coccole. Le domande si rincorrono: «Ma cosa devo dargli da mangiare?», «È buono?», «Posso accarezzarlo?».

Spiega Roberto Giorgetti, primario della pediatria, in funzione 24 ore su 24, specializzata nella cura del diabete, delle allergie e dell'obesità infantile: «La pet therapy funziona soprattutto per bambini con più di un anno. L'obiettivo è alleviare la sofferenza e il disagio dei mini-pazienti: chi gioca con il cane riesce a contenere ansia, noia, depressione, disturbi del sonno, problemi del comportamento e mancanza d'appetito». Le uniche controindicazioni sono per i bambini allergici e per chi non riesce a vincere la paura del cane neppure con l'aiuto degli esperti. Nessun problema, comunque: nella sala giochi di fianco ci sono anche criceti, tartarughe, cavie peruviane e conigli. Il pomeriggio sta per finire, ma un'infermiera bussa alla porta: «Devo presentare un cagnolino a un bimbo che starà qui per qualche giorno». I giochi ricominciano.

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