L´Europa dice basta alla barbarie del commercio di cani e gatti
Dopo due anni di sollecitazioni da gruppi di cittadini europei, associazioni animaliste, come la Lav, che ha raccolto milgiaia di firme in calce a una petizione, da parte del Consiglio e del Parlamento Ue, la Commissione europea ha finalmente messo al bando l'importazione, l'esportazione ed il commercio di pellicce di cani e gatti e di articoli che le contengono. Lo ha annunciato a Bruxelles il Commissario Ue Markos Kyprianou, responsabile per la salute e la protezione dei consumatori. ''Con circa 10.000 lettere e migliaia di e-mail, il messaggio a noi trasmesso dai consumatori Ue è stato chiaro: stop all'allevamento di cani e gatti ai fini dell'utilizzo delle loro pellicce'', ha detto Kyprianou.
Ad essere state messe al bando non sono solo le loro pelli, ma anche ''articoli di vestiario e calzature, guanti, cappelli, giocattoli ed altri accessori fabbricati con pellicce di cane o di gatto camuffate ed irriconoscibili'', ha dichiarato il Commissario. Gli articoli, ha spiegato Kyprianou, vengono prodotti in paesi terzi, soprattutto in Asia, ed introdotti sul mercato europeo senza alcuna indicazione sull'etichetta, oppure addirittura presentati sotto falsa copertura di pelli sintetiche o di altra origine. ''L'immissione sul mercato di questa merce ha dimostrato come i divieti nazionali non siano stati sufficienti per risolvere il problema'', ha osservato Kyprianou. La proposta adottata mira dunque ad armonizzare le diverse regolamentazioni vietando la produzione, il commercio, l'importazione e l'esportazione delle pelli di cani e gatti. Diversi Stati Ue hanno già introdotto il provvedimento, fra i quali l'Italia dove la legge è entrata in vigore all'inizio del 2002. ''L'applicazione del provvedimento - ha continuato Kyprianou - implicherà controlli rigidi e scambi di informazioni volti ad assicurare che, anche se inconsapevolmente, i commercianti europei non mettano sul mercato prodotti fatti con le pellicce di cane e gatto''.
La Lega antivivisezione lo scorso anno aveva attivato uno specifico sito Internet www.nonlosapevo.com, che riporta parte del drammatico video (attenzione, se si clicca il video parte subito e i contenuti sono raccapriccianti) realizzato in incognito dalla Swiss animal protection e il testo di una petizione contro la commercializzazione nel nostro Paese di pellami provenienti dalla Cina. In Cina ricorda la Lav è possibile produrre grandi quantità di materie prime per soddisfare a costi relativamente bassi la grande richiesta proveniente dai paesi Occidentali. La Lega antivivisezione plaude ora alla proposta della Commissione Europea. Le pellicce ricavate da animali domestici, infatti, sono vietate finora in cinque dei 25 Paesi che compongono l’Unione. E l'Italia è stato il primo in Europa, e il secondo nel mondo dopo gli USA, ad aver imposto un bando nazionale all’importazione e commercio di tali pelli, grazie anche alle proteste sollevate dai consumatori dopo la notizia che molti capi di abbigliamento presenti in diversi grandi magazzini erano confezionati proprio con pelo di cane o di gatto.
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