Nei ristoranti cinesi si mangiano cani?

Il cliente sceglie il cane che preferisce, il cuoco provvede ad abbatterlo e cucinarlo davanti ai suoi occhi. È quanto denuncia l'AIDAA, l'Associazione Italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente, che ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica e all'Asl.
Sotto accusa sarebbero alcuni ristoranti cinesi di Milano nel quartiere Sarpi: «Le segnalazioni che ci sono arrivate sono da brivido - afferma Lorenzo Croce, presidente dell'associazione - e per questo chiediamo alle forze dell'ordine di verificare se davvero in via Paolo Sarpi nella chinatown di Milano è possibile ordinare e mangiare carne di cucciolo di cane. In particolare piccoli San Bernardo che i proprietari dei ristoranti acquisterebbero attraverso annunci su Internet e su riviste specializzate in annunci e poi una volta nascosti nelle cucine di cinque o sei ristoranti cinesi i cuccioli uccisi sarebbero serviti a clienti compiacenti di nazionalità cinese. I clienti potrebbero scegliere anche il cane più appetitoso e vederselo poi ammazzare e cucinare davanti agli occhi».
«Alcune persone dell'associazione che si occupano del controllo di questo tipo di annunci hanno rilevato un aumento sospetto della richiesta dei cuccioli di questa razza - dice Croce - Spesso poi, una volta adottati, se ne perdono le tracce».
sarpi1I San Bernardo sono animali resistenti alle malattie, mangiano poco rispetto ad altri cani di grossa taglia, crescono velocemente, sono docili e in tre o quattro mesi dalla nascita sono pronti per la macellazione. Sono queste le ragioni che li renderebbero i più adatti per gli allevamenti a scopo alimentare che, secondo quanto denunciano molte associazioni ambientaliste, sarebbero molto diffusi in Cina.
Notizie che periodicamente rimbalzano da un capo all'altro della rete, ma la cui attendibilità è perlomeno dubbia. «Non vogliamo creare allarmismi inutili - dice Maria Morena Suaria, vicepresidente dell'AIDAA - Speriamo solo che chi di dovere faccia dei controlli e, se si scoprisse che la segnalazione è fondata, si indaghi anche per risalire a chi alleva gli animali a questo scopo». Si tratterebbe - sottolinea l'AIDAA - di un atto criminale punito severamente dalla legge italiana, in alcuni casi anche con la reclusione.
sarpi2Carenze igieniche e strutturali, prodotti malconservati, frigoriferi rotti: è accaduto spesso che i ristoratori della Chinatown milanese entrassero nel mirino dei Nas, ma mai per episodi simili. «Questa associazione non si è rivolta a noi, non ho gli elementi per valutare se la segnalazione sia credibile o meno - precisa il tenente Giovanni Maria Giacobazzi - Posso solo dire che noi monitoriamo la zona e per il momento non abbiamo rilevato nulla di anomalo sul fronte della ristorazione». Da segnalare solo alcuni sequestri di farmaci sospetti ai danni di locali di agopuntura e medicina cinese. «In ogni caso mi aspetterei delle indicazioni precise - continua Giacobazzi - perché sparare nel mucchio non aiuta di certo». Il rischio è che questo episodio serva solo ad alimentare l'ennesima leggenda metropolitana, come quella, scherza il tenente, «dei cinesi che non muoiono mai...». "
In una nota stampa dell'AIDAA del 2 Agosto 2006 si può leggere: "E' chiaro che non è possibile ammazzare cuccioli di cani e poi cucinarli, si tratta della violazione oltre che delle leggi vigenti in materia di tutela degli animali, di un'altro mucchio di norme vigenti in materia di igiene e sanità. Ma se questo fatto fosse accertato si tratterebbe di un atto criminale che va denunciato e combattuto senza alcuna pietà. Chi mangia cani e chi li ammazza commette reati per la legge italiana che prevedono in alcuni casi la reclusione e per questo chiediamo che vengano fatte le opportune indagini e che venga chiarita la situazione".
L'associazione sul suo sito, http://www.aidaa.net, chiede aiuto non solo alle forze dell'ordine ma anche a tutti i milanesi ed in particolare agli animalisti che si occupano di controlli sulle donazoni di cani e di avviare verifiche dirette.

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Commento di t.t.

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