Quante parole conosce il tuo cane?

zampaIl vocabolario del vostro cane, se ci pensate, è molto più ricco di quanto appaia a prima vista.
Ne conosce molte più di quante crediate e molte molte di più di quanto sospetti chi non ha la fortuna di possederne uno.
Cominciamo da quella fondamentale,  il suo nome. E’ una parola magica, quella che apre il circuito di comunicazione tra voi e lui. Se le prime volte che lo avete pronunciato lo avete accarezzato, coccolato, gratificato di un sorriso, lo accoglierà sempre con piacere e attenzione. E conosce anche i vezzeggiativi con cui qualche volta lo chiamate: cane, cagnino, cagnaccio, bello, brutto, stupidone.  Sì, anche gli insulti, è il tono che conta. Brutto in tono affettuoso e arriva scodinzolando; brutto da arrabiati e si metterà in un angolo, la coda e le orecchie basse.

Subito dopo una quasi altrettanto importante: no. E’ quella che dovreste avergli insegnato per prima, quella che stabilisce i suoi e i vostri limiti e che consente una coesistenza pacifica.
Il cane non sa pronunciare il vostro, di nome – ma lo riconoscerà, tra mille, sentito dire da altri – e ha molti modi per chiamarvi. Dategli retta come pretendete da lui, anche solo per un attimo, per dirgli che non siete disponibile, ma non ignoratelo.
Continuiamo a leggere il suo vocabolario. Sa cosa vuol dire vieni, vai, via, corri, fermo, seduto, prendi, lascia, porta, persino resta, torna, salta e poi, a terra, attento, aspetta, buono. E ancora: dentro, fuori, su, giù, sali, macchina; palla, pallina, bastone, gioco, continuando con pappa, acqua, premio, biscotto; casa, zampa, cuccia, bacino.
I nomi dei componenti della vostra famiglia, quelli degli amici che frequentano casa vostra, quelli degli altri cani che incontra nei suoi giri e, nel bene e nel male, la parola gatto.
E infine la più gradita di tutte, bravo, di cui dovrete sempre essere generosi come di carezze.

Quante sono? Decisamente tante e chissà quante ne abbiamo dimenticate.
Suoni, parole, non sempre di significato univoco: su, ad esempio, può voler dire alzati o salire su una sedia o mettersi sui posteriori per avvicinare il muso al vostro viso; vieni, che si affianchi a voi per entrare in un luogo sconosciuto o scattare al galoppo da cinquanta metri per raggiungervi. Parole e sinonimi: per lui il vostro fischio è un suono-parola, il sinonimo di vieni.

Il rumore della vostra auto è un suono-parola che gli dice che state arrivando, sinonimo dello scalpiccìo dei vostri passi sul marciapiede o dell’ascensore che sta portandovi al vostro piano. Ha capito queste parole-rumore e vi aspetta dietro la porta.
Un trapestio sul pianerottolo o sulle scale gli comunica che sta passando qualcuno: dovrà decidere se è un amico, una persona nota o uno sconosciuto e reagire di conseguenza, gioia, indifferenza o all’erta. Piccoli suoni che comunicano a lui, assai più che a voi, quanto sta avvenendo nella realtà circostante. Solo perché ha un udito più fino del vostro? Un po’ restrittiva come valutazione, non vi pare?

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