E' emergenza anche per i cani di L'Aquila

«Un cataclisma che oltre ad aver toccato profondamente e drammaticamente il nostro paese, tocca anche situazioni che riguardano gli animali». Così Francesca Martini, Sottosegretario al Welfare, ha risposto alla stampa che domandava quali interventi siano stati programmati in favore degli animali domestici e di allevamento, vaganti nelle zone disastrate dal terremoto. «Fortunamente – ha risposto Martini - ci sono le Associazioni e la veterinaria pubblica che stanno collaborando attivamente per far fronte a questa drammatica situazione».

Un randagio nella tendopoliL'ENPA (Ente nazionale protezione animali), intanto, punta l'attenzione sui tanti cani e gatti ancora intrappolati dentro le case colpite dal sisma, abbandonati dai padroni in fuga. «In questo momento - spiega David Corsetti della sezione ENPA de L’Aquila - ancora non possiamo intervenire perché i vigili del fuoco impediscono, giustamente, l’accesso, dal momento che gli edifici sono ancora pericolanti. E anche carabinieri e guardia di finanza presidiano le case, per evitare fenomeni di sciacallaggio. Solo tra qualche giorno, quando sarà finita la fase della ricerca delle persone e i controlli di agibilità saranno stati completati potremo intervenire». Molti sono anche i cani che hanno perso i padroni e vagano per strada. Ma è difficile capire quali siano quelli che hanno perso la casa per via del terremoto. «A L’Aquila c’è un problema storico di randagismo - spiega Corsetti - ce n’erano tantissimi anche prima». Molti vengono raccolti nel canile de L’Aquila messo a disposizione dell’ENPA dall’Asl. «Stiamo raccogliendo le disponibilità per le adozioni, ne abbiamo già una trentina. Anzi, invitiamo chi ha perso il proprio animale a segnalarcelo, in modo che non venga dato in adozione il cane di qualcuno che lo sta cercando».

La situazione degli animali nelle zone colpite dal sisma è affidata a chi già opera sul posto e può intervenire direttamente, come la sezione aquilana della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, che spiega: «Il nostro canile è ‘coperto’ di cibo e riusciamo a dare acqua fresca a tutti i nostri 400 cani. Le recinzioni sono sane, pertanto non sono in pericolo», afferma la responsabile del canile ‘Cucce felici’.
I volontari chiedono aiuto per poter accogliere e curare gli animali vaganti: «Nella zona c'è un emergenza vera a propria di cani randagi, cani e gatti ancora chiusi nelle case, altri feriti che vagano da soli dopo la morte del proprietario. Il canile sanitario a L'Aquila, la pensione della zona, ma anche privati ci hanno chiesto aiuto. Non basta il cibo e non bastano i farmaci. Non ci sono negozi e farmacie aperte. Stiamo raccogliendo cibo, abbiamo purtroppo bisogno di aiuti di ogni tipo: farmaci, coperte, lenzuola, e tutto quello che serve in un canile e per la degenza. Molte persone ci chiamano per segnalazioni di cani vaganti. Per ora possiamo soltanto consigliare a tutti di mettere cibo e acqua in vari punti in modo che i cani non rimangono senza alimentazione. Non si ha accesso a tutte le vie ed è quindi impossibile recarsi di persona nei vari posti segnalati».

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